CHIAVE D'ACCESSO

Per una democrazia più esigente

Un nuovo progetto di nome Echo Living Democracy.
Alessandro Marescotti (a.marescotti@peacelink.it)

“Democracy is not what we have, democracy is what we do”.
Ossia: la democrazia non è ciò che noi abbiamo, la democrazia è ciò che noi facciamo.
Questa è la tesi di una donna – Frances Moore Lappè – che da tempo sostiene la “democrazia viva”, quella che va oltre la cabina elettorale. La democrazia, sostiene la Lappè, nasce attraverso le nostre scelte quotidiane, inizia da quello che comperiamo e dal modo con cui viviamo.
La democrazia oggi è anche su internet. Spesso è la prosecuzione dei rapporti concreti di collaborazione. La democrazia, in questo modo, non va mai in vacanza. Si trasforma in attivismo civico digitale, in democrazia partecipativa continua. Diventa penetrante e chiede continuamente accesso alle informazioni del Palazzo, fruga nei suoi cassetti.
È la cosiddetta e-democracy: una democrazia più esigente agita in rete. Internet può essere uno strumento di partecipazione dal basso. Ma perché ciò avvenga non basta pronunciare la parola “internet”.
Internet è solo la base su cui costruire piattaforme di partecipazione. La partecipazione digitale ha le sue architetture e i suoi architetti.
Echo Living Democracy è un progetto aperto per promuovere a livello internazionale la partecipazione attiva dei cittadini. Il sito internet di questo progetto è www.echo.to ed è basato su un software “open source” (ossia “aperto” e non “proprietario”). Echo è ancora in una versione sperimentale e nasce dall’idea di far incontrare gli attivisti, gli esperti e i decisori politici. È, quindi, un progetto di cittadinanza attiva su internet che mira a condividere le risorse conoscitive e a far incontrare la domanda e l’offerta di idee nell’ambito della “politica”, intesa come terreno della partecipazione democratica, della trasparenza e della progettualità “in rete”.
Echo è, quindi, una piattaforma di comunicazione e condivisione che favorisce il lavoro di gruppo. Può essere definito un groupware a finalità non aziendali ma sociali. Per la precisione Echo si autodefinisce un social software e ha un approccio che favorisce l’incrocio di linguaggi e competenze provenienti fra mondi diversi. Echo si propone di offrire una piattaforma per cercare soluzioni condivise ai problemi. Mira all’integrazione fra l’area dell’attivismo e l’area delle competenze scientifiche, e fra queste e la platea di coloro i quali hanno il potere (e la responsabilità) di prendere decisioni pubbliche. Tutto ciò va sotto il nome di e-government ed e-democracy. Ricerca collettiva di soluzioni, partecipazione democratica e tecnologie di rete sono quindi gli ingredienti principali della cittadinanza attiva digitale.
Echo è un sito multilingue ma purtroppo non è stato ancora tradotto in italiano. Per partecipare occorre registrarsi con un proprio indirizzo di posta elettronica e scegliersi una password. Echo si propone con strumento per reagire allo svuotamento della democrazia e alla sua crisi, che è segnata da una distanza fra cittadini e decisori politici. Il problema ha lunghe radici che affondano negli interessi economici. E, tuttavia, non di meno, occorre imprimere una svolta partecipativa alla politica rendendola cooperazione di rete con gli esperti e inclusione sociale dei cittadini nella soluzione dei problemi.
È molto importante comprendere il senso di questa proposta di cittadinanza digitale che non è una sostituzione alle tradizionali forme di cittadinanza ma ne è un’estensione e un ampliamento. In questa epoca di eccessiva delega ai leader e agli esperti, dobbiamo costruire una nuova democrazia partecipativa che faccia della rete uno dei suoi punti di forza.

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