Liberati
Una mail: un amico – della sorella – di un amico, di nazionalità sudafricana, chiede di essere accompagnato a Monte Sole.
Capita spesso che, come Pax Christi Bologna, accompagniamo gruppi lungo il percorso di Monte Sole, con il preciso intento di conoscere i fatti, i testimoni, le dinamiche, imparare la vigilanza e scegliere la nonviolenza.
Questa volta è diverso: John (così si chiama l’amico sudafricano) è figlio di Fred, oggi deceduto, che ha combattuto nell’esercito alleato nel 1944-45 proprio in questi stessi luoghi e ha partecipato alla “liberazione” di Bologna.
John, fin da bambino, ha ascoltato i racconti del padre di una grande strage in Italia, nella quale sono stati uccisi anche molti bambini. Quei fatti hanno segnato molto il padre, che ha reagito di conseguenza nella sua vita. Da quei fatti il padre ha dedotto le nefandezze del fascismo e del nazismo e ha riconosciuto nel nazifascismo le stesse radici dell’apartheid che si consumava nella sua terra.
Tutta la sua vita è stata dedicata alla lotta anti-apartheid, con arresti e carcere; la moglie spesso era con lui…e John e i suoi fratelli, ancora piccoli, hanno sperimentato la lontananza dei genitori, per la libertà di tutti.
John (bianco) ha continuato la lotta del padre, lavorando nell’anti-apartheid, nell’educazione alla pace, oggi nel ministero dell’Interno.
A Monte Sole è arrivato con la moglie dalla pelle nera: segno forte di vittoria. Con loro, con cugini e amici, abbiamo condiviso un pezzo di storia globale, abbiamo scoperto una sintonia di vedute e di percorsi.
Le parole di Dossetti sulla vigilanza, sulla coscienza vigile, critica ci hanno accompagnato e accomunato.
Il nostro caro testimone della strage, Francesco Pirini, ha sciolto e coinvolto tutti con la sua lucida storia, i 13 parenti uccisi e il perdono per i carnefici.
Chissà se mai aveva pensato che la storia della sua gente oltrepassasse la valle e lambisse i continenti… lui che si divertiva a guardare con il binocolo dell’amico partigiano quando era di guardia.
Chissà se aveva mai pensato che l’esperienza triste e dura di Monte Sole avrebbe potuto condizionare positivamente la storia dell’altro emisfero del pianeta, oltre quella del proprio.
Da oggi Francesco ha un nuovo binocolo, “made in China”, regalatogli simbolicamente da John, per guardare lontano… magari fino in Sudafrica.
E noi di Pax Christi, che vorremmo essere quelli che “costruiscono ponti”, questa volta ci siamo ritrovati a contemplare dei ponti stabili, delle reazioni di liberazione a distanza che persistono nel tempo e nello spazio, frutti dei piccoli semi di speranza seminati nei solchi, nelle ferite aperte di quella grande violenza di oltre 60 anni fa.
21 maggio 2011