Una buona sconfitta
60 milioni di statunitensi (il 51 % dei votanti) governano di fatto il modello di vita economico-politico-militare di 6 miliardi di esseri umani viventi sul loro stesso pianeta.
Quando ho visto, la mattina del 29 ottobre, i capi maschi dei governi europei riuniti sui colli di Roma, avevo pensato a un incontro tra feudatari. Il nuovo che avanza, mi sono detto.
Oggi so e capisco che la situazione assomiglia di più a un misto tra medioevo e impero romano.
Potenza del sistema maggioritario: una dittatura oligarchica che si fa chiamare democrazia.
Galtung sarà contento: con la rielezione di Bush, aveva detto, il declino dell'impero americano sarà anticipato ulteriormente al 2015!
Saranno anni terribili, ma la catastrofe si avvicinerà con più rapidità.
Se si deve soffrire, che sia breve!
Per quel che conta, concordo.
Anche Osama e il cambiamento climatico collaboreranno certo con giubilo a una tanto entusiasta cupio dissolvi…!
Ma gli statunitensi “non hanno la storia e la coscienza politica degli europei”…
“C'è un abisso”, si dice, tra un texano e un milanese.
Ne riparleremo alle elezioni italiane del 2006.
La cultura della modernizzazione-globalizzazione è una sola e procede rapida come il riscaldamento del clima.
È una svolta antropologica già in corso da almeno quarant'anni nel nostro Paese: Pasolini (l'antiprogressista) docet.
Non è qualcosa che si affronta con operazioni di maquillages o di lifting.
Non si ci si può neppure provare a contrastarla con facce (e parole) come quelle di Kerry o D'Alema. L'incoerente bluff riformista esce spacciato da questa buona sconfitta…
Bush e i suoi elettori sono persone normali. Normalmente folli, come tanti.
Quel che abbiamo davanti a noi è infatti un processo psicopatologico su scala di massa, con tratti accentuati di tipo ossessivo-paranoide.
Il fondamentalismo, islamico o puritano, è questo.
E noi ci siamo in mezzo, non fuori.
Con i fondamentalisti non serve apportare argomentazioni o informazioni alla Michael Moore.
Non servono appelli ad assumere un volto umano.
Gli stereotipi e i fanatismi sono, per definizione, impermeabili a tutto questo.
E più crescono lo stress e la paura e più lo diventano.
Se si cerca di cavalcare, assecondandola, la deriva securitaria come risposta alla paura, il potere politico della destra non potrà che crescere.
È quel che sta accadendo, e non solo oltre Atlantico…
Dobbiamo ammetterlo: i “guerrieri” sono più forti, e non solo perché hanno più soldi e più mezzi.
Perché sono più convinti, più coerenti, più convincenti e più coordinati di noi.
Fanno quello che dicono di fare, e realizzano quel che pensano sia giusto, semplicemente.
Noi no. Non abbastanza, al momento, per poter essere credibili in questa lotta titanica…
Conservatorismo compassionevole: un suadente cioccolatino pralinato, con un ripieno di alta aggressività ricoperto da una zuccherata patina di empatia solidale.
Imbattibile richiamo.
Per contrastarlo e lottarci contro ci vorrebbe un dolce molto attraente, sinceramente empatico dentro e chiaramente assertivo fuori.
Una torta alla nonviolenza attiva, insomma.
Ma pasticcerie di questo tipo sono attualmente in funzione su una scala ancora troppo piccola per poter competere con la multinazionale che produce cioccolati per la Bush & C.