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Leva la leva
A cura di Guglielmo Porte

È passata come una riforma bipartisan, caso molto raro di questi tempi. La legge che abolisce la leva obbligatoria e costruisce un esercito solo professionale fu approvata nel 2000, quando il nostro Parlamento era a maggioranza di centro-sinistra. Oggi, quella stessa legge, viene gestita da un governo di centro-destra il quale ha addirittura cercato di “migliorarla”, anticipando la fine della leva al 31 dicembre di quest’anno, anziché al 2006, come inizialmente deciso.
Dunque, tutti d’accordo (o quasi): la leva va in soffitta. Sicuramente non la rimpiangeranno i giovani italiani, almeno quelli che non avevano ancora “scoperto” il servizio civile alternativo o, peggio, il modo per sottrarsi sia al servizio militare sia a quello civile. Prima ancora dei giovani, a essere contente saranno le mamme, che in Italia, si sa, contano molto e che non hanno mai visto di buon grado questa “tassa” pagata allo Stato. Forse la rimpiangeranno molti di coloro che il servizio militare l’hanno fatto e che la ritengono magari una cosa buona da far fare ai propri figli. Ma ancor prima la rimpiangono gli stessi militari, almeno una parte di essi ai quali spetta ora il compito più arduo visto che sono proprio le Forze Armate a doversi trasformare radicalmente.
Infatti, la sospensione della leva non incide solo sul reclutamento del personale, ma costringe anche a ripensare il ruolo dell’esercito nella nostra società, la sua collocazione all’interno della prospettiva sovranazionale nella quale ormai anche le Forze Armate si trovano, i compiti ad esse affidati, l’immagine stessa del “nuovo” soldato.
E i pacifisti, come si pongono di fronte a questa svolta? Escluso un loro rimpianto per la leva obbligatoria come “scusa” per poter avanzare obiezione di coscienza, nasce proprio ora, forse, il compito più arduo.
Oggi più di ieri, infatti, occorre vigilare perché la deriva militarista cui assistiamo, in nome della sicurezza, della lotta al terrorismo ecc., non dilaghi anche nel nostro Paese senza che ce ne accorgiamo, perché la pretesa di “primi della classe” sulla scena internazionale non spinga a scelte pericolose e sbagliate, perché restiamo convinti che più che preparare la guerra occorra costruire la pace. Senz’armi.

Alcuni articoli di questo dossier sono corredati di immagini. La scelta delle stesse è volutamente provocatoria. Se ci sono le armi ci sono le guerre. E ogni guerra ha bisogno di un dio che benedica.
Le immagini sono tratte da Il volto religioso della guerra. Santini e immaginette per i soldati, a cura di Mimmo Franzinelli, Edit Faenza, 2003, pp. 153.
Il catalogo presenta una selezione rappresentativa di santini di indole militare, stampati nella prima metà del Novecento.

Sommario:


    5 Articoli
    • Volontari ma non professionisti
      DOPO LA LEVA

      Volontari ma non professionisti

      Gli scenari sono profondi. E poco incoraggianti. Militari dappertutto nel mondo. E forti in Italia. Ma anche spazi che si aprono. Se la pace allarga le frontiere della solidarietà.
      Licio Palazzini
    • Divisa senz'obbligo
      DOPO LA LEVA

      Divisa senz'obbligo

      L'inizio è imminente. Dal primo gennaio verrà abolita la leva obbligatoria. E l'esercito sarà composto solo da professionisti. La spesa aumenterà. Di molto. Ma non per l'altra difesa, il Servizio Civile.
      Massimo Paolicelli
    • CORTE COSTITUZIONALE

      Storiche sentenze

      Storiche. E numerose. Le sentenze della Corte Costituzionale hanno pienamente riconosciuto la cittadinanza del Servizio Civile tra le forme della difesa del Paese. Di più. E ha ribadito che esiste una difesa civile accanto alla difesa tradizionale, militare.
      Diego Cipriani
    • ESERCITO PROFESSIONALE

      Militari ma non troppo

      Il passaggio all'esercito professionale è ormai avvenuto. Tutti d'accordo. Resta almeno l'impegno di limitare gli ambiti e le regole. Di un militare che porta la divisa ma resta un impiegato. Dello Stato.
      Domenico Gallo
    • Delle perdute virtù
      DALLA PARTE DEI MILITARI

      Delle perdute virtù

      I militari sono in declino perché hanno smarrito le virtù. E la loro missione di difendere lo Stato. Perché lo Stato non c'è più. Una lettura provocatoria dei processi in atto da parte di un esperto di questioni militari.
      Intervista a Virgilio Ilari

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