Le risposte dei giovani
In tutte le attività di associazioni, gruppi culturali, comitati vari, arriva un momento in cui qualcuno dice – giustamente – “sì ma dove sono i giovani ? Come facciamo a coinvolgerli?”.
Subito dopo, parte l’analisi di chi sono i giovani.
Si scopre così che ormai si considerano tali persone adulte che partono dagli universitari e arrivano ai quarantenni, con i quali è più facile fare certi discorsi, data la loro maturità, ma non è data per scontata la disponibilità per gli impegni totalizzanti nello studio e in famiglia.
Poi ci sono i giovani delle scuole medie inferiori e superiori e anche i giovanissimi delle materne e elementari: per ogni fascia di età bisogna trovare una modalità di approccio personalizzato e coinvolgente.
Anche nelle associazioni ambientaliste di cui faccio parte, ci siamo posti, da alcuni anni, la stessa domanda e abbiamo sperimentato una modalità che ci ha sorpreso per la varietà di risposte.
Intanto, a posteriori, possiamo dire che il metodo funziona per i ragazzi delle classi più alte delle superiori (ad esempio gli ultimi 3 anni), ma molto meno con le classi più basse, dove i ragazzi non hanno ancora consolidato il gruppo classe. È stato poi più che evidente che il metodo funziona quando gli insegnanti sono sensibili e coinvolti: diciamo sempre che se la società italiana ha ancora una chance di futuro (il che è tutto da verificare dati gli esempi e le decisioni che provengono dall’alto) lo dobbiamo alla dedizione faticosa degli insegnanti, in particolare di alcuni/e eccellenti.
Così, nella ricerca di una modalità di sensibilizzazione sui temi ambientali e sul cambiamento degli stili di vita, ci siamo imbattuti in un famoso video disponibile ormai da alcuni anni su YouTube, che si intitola “La Storia delle cose” (http://video.google.it/videoplay?docid=-2138416794381091301), messo a punto, con grande successo, da un’associazione ambientalista statunitense, nel 2007: il metodo è di proporlo a 2-3 classi contemporaneamente nell’aula magna delle scuole, durante l’orario didattico, in un incontro di due ore.
Le caratteristiche che lo rendono attraente sono varie: è molto veloce, come un video-gioco, quella a cui si muove un cervello di quelle fasce di età; in circa 20 minuti offre una panoramica ampia del problema ambientale, sociale, politico a livello mondiale, toccando le criticità del sistema capitalistico neo-liberale: la caratteristica predatoria delle risorse, dovunque esse si trovino, il ruolo dominante delle trans-nazionali, le conseguenze sugli eco-sistemi, le conseguenze sulle popolazioni locali, la minaccia e perdita dei diritti umani, il consumismo compulsivo, il ruolo della pubblicità, la perdita di visione di insieme della vita del pianeta e di tutte le sue creature, il problema del materiale post-consumo, il così detto “rifiuto”. Insomma, un approccio assertivo, impietoso e senza appelli alla critica del sistema dominante. Una specie di elettroshock ambientalista che stupisce i ragazzi e, insieme a loro, gli insegnanti e noi stessi ogni volta che lo rivediamo.
Approfittando dello stordimento provocato, spingiamo sull’acceleratore del coinvolgimento e, quindi, proponiamo immediatamente ai ragazzi di dividersi in gruppi di 6-10 persone, e di ragionare tra loro su un paio di domande, quali: ”Che impressione a caldo abbiamo ricevuto dal video?” e poi “Ma noi che possiamo fare praticamente?”.
In conclusione
Le conclusioni del lavoro devono essere riportate, in modo scritto, in plenaria, da un portavoce del gruppo. Qui si apre un altro filone didattico importante, secondo noi, che è quello di favorire la comunicazione nel gruppo (raccomandiamo che parli uno per volta e gli altri ascoltino), che si faccia un’esperienza di scrittura collettiva (uno di loro ha la responsabilità di prendere appunti e di condividere quanto scrive) e che si faccia l’esperienza del socializzare le conclusioni davanti a una platea grande (prima di iniziare, devono nominare un portavoce).
Durante queste esperienze talvolta pensavo tra me e me che forse stavamo esagerando, che il messaggio poteva essere troppo forte, che mancava il bilanciamento di un altro punto di vista, un po’ come quando, fino a qualche mese fa, nei convegni sull’energia nucleare, emergeva sempre qualcuno che diceva: “Ma non possiamo esprimerci solo contro il nucleare; dobbiamo mettere a confronto le due posizioni”. Ebbene, adesso abbiamo compreso che la critica senza appello all’energia nucleare (almeno a quella attuale) era più che fondata. Ugualmente, dopo le drammatiche vicende della crisi economica mondiale (vicende appena iniziate), causate da un’ingegneria finanziaria speculativa in mano a pochi gruppi o persone senza controlli, i miei precedenti dubbi mi sembrano obsoleti e quanto criticato dal video, quasi ingenuo rispetto alla realtà. Dopo questa lunga introduzione, sarà sorta sicuramente la curiosità di saperne di più sulle reazioni dei ragazzi. Riporto alcune parole chiave estratte dai miei appunti nelle plenarie: sensi di colpa-angoscia-impotenza, disinformazione, preoccupazione sul futuro, fare piccole cose, studiare nuove tecnologie, consumi intelligenti, evitare sprechi, comprare prodotti locali, il problema delle multinazionali, ridurre gli imballaggi, la manipolazione della pubblicità, necessità di un sistema nuovo, promuovere le informazioni nelle scuole, tutti colpevoli, il cambiamento è dentro di noi, più intelligenza, controllo dello Stato sulle multinazionali, raccolta differenziata, più educazione, maggiore consapevolezza, pensiamo più al nostro benessere che al pianeta, pochi disposti a cambiare, più valori etici e morali.
Infine, quello che riassume bene il pensiero dei ragazzi (peraltro secondo una loro modalità di espressione) è il rap, scritto, musicato, cantato e registrato tutto dai ragazzi della III B del Liceo Keplero di Roma – testo e musica dell’alunno Leonardo Sentinelli. Riporto il testo sotto e anche il link al file musicale (https://sites.google.com/site/cipaxgiustiziaambientale/file-cabinet/file-audio).
TERRA TERRA
Si credono i padroni
di questa nostra terra
Ci sfruttano, ci usano,
ci portano alla guerra!
Gestiscono, programmano,
controllano la vita
ma non ci arrenderemo...
finché non è finita!
Multinazionali
che invadono il pianeta
conquistare il mondo
è la sola e unica meta
inquinano foreste, fiumi,
boschi e laghi
sfruttano bambini,
che nessuno li paghi!
But the sun will raise again, raise again, please listen!
And the water will flow again, flow again, please listen!
L’acqua è di tutti
ma la vogliono comprare
non c’è una risorsa
che non possano sfruttare
in molti altri Paesi
se la cerchi non ce n’è
e noi la utilizziamo
senza chiederci perché!
Ma guardiamoci intorno,
non è poi così pulita,
state ben attenti
non è mica infinita,
sporcata, inquinata
da milioni di rifiuti,
e noi stiamo a guardare
e ce ne stiamo tutti muti!
Buttiamo, gettiamo
oggetti nocivi,
tossici, infiammabili,
infetti e corrosivi
scarti e avanzi
che non hanno proprietà
rifiuti sono oggetti
consumati a metà!
Si credono i padroni
di questa nostra terra
Ci sfruttano, ci usano,
ci portano alla guerra!
Gestiscono, programmano,
controllano la vita
ma non ci arrenderemo...
finché non è finita!
But the sun will raise again, raise again, please listen!
And the water will flow again, flow again, please listen!
26 Aprile 1986, esplode il 4° reattore a Chernobyl, 130.000 morti.
11 Marzo 2011, un devastante terremoto colpisce il Giappone.
Le barre di combustibile, contenute nei reattori attivi al momento del sisma e le barre di combustibile contenute nella piscina di raffreddamento del reattore numero 4, spento prima del sisma, sono rimaste scoperte. Questi sono solo due esempi di tragedie nucleari.
But the sun will raise again, raise again, please listen!
And the water will flow again, flow again, please listen!