Resistere in rete
In questo articolo tenterò di offrire una piccola mappa dei “social network” pacifisti: le mailing list. Chiamate semplicemente “liste”, sono dei sistemi di invio “a rete” dei messaggi. Ad esempio, si manda un messaggio a pace@peacelink.it e l’e-mail arriva a tante persone che la leggono e che possono rispondere, generando un dibattito, una collaborazione, una condivisione delle iniziative.
Per ottenere questo eccezionale effetto di condivisione di gruppo, occorre però iscriversi alla mailing list. E per farlo bisogna andare su una pagina web e inserire la propria e-mail.
Ad esempio http://www.peacelink.it/liste/index.php?id=17
La più “antica” mailing list pacifista è quella di PeaceLink, nata venti anni fa con tecnologie amatoriali e poi evolutasi in modo tale che ogni messaggio inviato a pace@peacelink.it diventa una pagina web. Ad esempio, dal mio cellulare smartphone, tramite il tastierino, posso mandare un messaggio a pace@peacelink.it da qualunque punto mi trovo e quel messaggio e-mail “diventa” una pagina web. È tutto automatico, non bisogna conoscere il linguaggio html, non bisogna accedere a sistemi software per creazione di pagine web con username e password. È tutto velocissimo, immediato. Ricevo la notizia di un’iniziativa pacifista tramite e-mail? In pochi secondi la “rigiro” inviandola a pace@peacelink.it e diventa una pagina web praticamente all’istante, e contemporaneamente quella pagina web contiene il messaggio che ho inviato in simultanea a tante persone collegate alla mailing list pace di PeaceLink. Questo sistema “mobile” ha un’efficacia e una praticità straordinaria, consente di agire in tempo reale, mentre si è in movimento, per la strada. Tutto ciò offre una tempestività di informazione anche grazie al “copia e incolla” di testi prelevati in tempo reale da agenzie stampa tramite lo smartphone che si collega al web.
L’accoppiata fra smartphone e mailing list come pace@peacelink.it è veramente una simbiosi tecnologica efficace. Parlo di questa mailing list di PeaceLink perché è la lista più “antica” di tutte. Nata venti anni fa, ancora oggi è il principale punto di riferimento per il movimento contro la guerra. È stata molto attiva durante la guerra di Libia. L’elenco dei messaggi è pubblico e si può leggere qui http://lists.peacelink.it/pace
Vi sono anche altre mailing list.
Il Movimento Nonviolento ne ha creata una dal marzo 2011. I messaggi sono consultabili all’indirizzo web http://lists.nonviolenti.org/pipermail/nonviolenti
Molto partecipata durante la guerra in Libia è stata la mailing list “No-war Roma” che ha questo indirizzo internet: https://groups.google.com/group/nowaroma
Tuttavia i messaggi non sono visibili pubblicamente sul web e occorre iscriversi per leggerli e partecipare.
Un’altra mailing list è “Sempre contro la guerra”:
http://groups.google.com/group/semprecontrolaguerra
L’archivio dei messaggi è pubblico.
Altre mailing list sono gestite dall’Associazione per la Pace, da Beati i Costruttori di Pace, dalla Rete IPRI-CCP (Corpi Civili di Pace), dalla Rete Disarmo , dagli Studenti del Corso di Laurea in Scienze per la Pace, e così via. PeaceLink sta tentando di delinearne una mappa su www.peacelink.it/pace
Vi è poi Facebook, dove si sono strutturati gruppi interattivi di utenti sulle questioni della guerra. Durante la guerra di Libia il più attivo è stato quello di PeaceLink, raggiungibile anche per i non iscritti a Facebook, che hanno potuto consultare in diretta le “bugie di guerra”. L’indirizzo è http://it-it.facebook.com/pages/Peacelink/91048861525
La pagina Facebook di Pax Christi è http://it-it.facebook.com/pages/Pax-Christi-Italia-Pagina-Ufficiale/124406687633397
Su questi network sociali sta “resistendo” quel che resta del movimento per la pace italiano, insabbiatosi in Libia. Un movimento che durante la guerra è rimasto in buona parte inerte e silente, a volte disorientato da una spregiudicata propaganda di guerra. L’Italia, una delle nazioni più attive contro la guerra, è stata “normalizzata” da media “progressisti”, come ad esempio Rainews o Repubblica. Ad addomesticare il movimento pacifista sono stati i suoi “amici politici”. Rilanciare la controinformazione è la priorità del movimento per la pace. Anche con uno smartphone collegato alla mailing list.