Dossier
Nairobi. Pentecoste dei poveri
A cura di Tonio Dell’Olio
Il Social Forum Mondiale, in tutte le edizioni che si sono realizzate fino all’ultima di Nairobi, si è rivelato come un evento importante, una pietra miliare nel cammino del riscatto dei poveri che, attraverso la miriade di associazioni, riflessioni, dibattiti, seminari, campagne, progetti, reti internazionali, obiettivi, iniziative comuni... intendono contribuire alla costruzione di un mondo giusto. Ogni volta il sogno sembra sfidare l’alba e rendersi presente, sfuggire alle tenebre di una globalizzazione che lo rende schiavo di un pensiero unico, di un mercato assetato di profitto e di una politica tesa esclusivamente alla conquista del potere.
Una globalizzazione che mortifica e schiaccia proprio la pluralità variopinta che si rivela in tutta la sua bellezza nel caleidoscopio di presenze che giungono a Porto Alegre, Mumbay, Nairobi da tutto il mondo e soprattutto dal Sud. Già a questa constatazione sorge almeno il dubbio se la globalizzazione che omologa e appiattisce non soffochi il sogno di Dio che ha creato il mondo nella ricchezza delle sfumature e dei dettagli e non nella triste grigia sequenza di un pensiero uniforme, un cibo uniforme, un vestire uniforme... Per non parlare dell’economia che stringe alla gola col debito, impone regole favorevoli alle multinazionali, favorisce aggiustamenti strutturali che spengono la speranza, affama e uccide. Per non parlare della strategia dell’Impero che soppianta Dio con idoli muti ma luccicanti e potenti, esporta la morte camuffandola di bene, tratta le persone come sudditi e garantisce soltanto i propri privilegi. Aquesto punto non basta che il Social Forum abbia un progetto, un metodo e una strategia in grado di denunciare i progetti perversi dei potenti, di proporre alternative credibili e praticabili, accompagnare il cammino di liberazione autentica delle persone e dei popoli. È necessario che il Social Forum abbia un’anima, ovvero che vi sia una visione profondamente differente del cielo e della terra, delle relazioni tra gli uomini e con l’ambiente. Se così non fosse, il Social Forum diventerebbe semplicemente la strada per un nuovo governo della globalizzazione.
Un governo con altre bandiere ma con la medesima sete di potere e con l’identica bramosia di ricchezza. Avere un’anima non è solo osservare le regole di un’etica comune, è soprattutto essere consapevoli di una spiritualità che, forte delle differenti fedi in Dio e/o nell’uomo, sostenga gli sforzi, illumini il cammino, aiuti a scrutare l’orizzonte, faccia vedere al di là del pane, apra gli occhi di ciascuno alla bellezza, sappia individuare le radici della giustizia e il fiume carsico della fraternità. Una spiritualità che sappia lasciarsi interrogare nel profondo dalla fame e dalla morte come dall’arte e dallo stupore. Una spiritualità in grado di pronunciare sulla storia la parola della nonviolenza, alternativa a quella del terrore e della guerra. ANairobi tutto questo si è respirato e non è facile riproporlo e comunicarlo. Non risulti blasfemo per nessuno se arriviamo a definire il Social Forum Mondiale come la Pentecoste dei poveri, ma abbiamo ragione di credere che sono stati in molti a vivere le giornate di Nairobi con questa consapevolezza.
Sommario:
Dalla parte degli ultimi
Una teologia che non si compromette con le vittime del sistema rende muta la parola di Dio.Marcelo BarrosUn vescovo a Nairobi
Mons. Mario Paciello: ero l'unico vescovo europeo. In questi contesti la Chiesa non deve mancare perché qui si incontra Cristo.Intervista a cura di Rosa SicilianoDiverso è bello
La proposta di una nuova spiritualità: diversità come ricchezza, dialogo come valore, pluralismo come nuovo paradigma religioso, liberazione da tendenze escludenti come unica possibilità di convivenza umana.Juan José TamayoIl peccato dell'Europa
Nelle parole del teologo Jon Sobrino la denuncia di una cultura ripiegata nella chiusura dogmatica.Alex Zanotelli
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