Dossier
Razza di sport!!!
A cura di Nicola Porro (Presidente Nazionale UISP)
Di fronte al fenomeno della violenza nello sport, si può, come lo struzzo, mettere la testa sotto la sabbia oppure guardare in faccia la realtà adottando strumenti adeguati di analisi e di intervento.
In questo dossier, scegliamo la seconda ipotesi, ma con due raccomandazioni.
La prima è che occorre uscire dal generico e imparare a distinguere. Da un lato c’è la violenza che riguarda i praticanti, gli atleti e la concreta manifestazione dell’aggressività sui campi di gara. Dall’altro, forse più sfuggente, c’è la violenza degli spettatori, delle tifoserie e dei fan. Non sono la stessa cosa, non possono essere descritti con le stesse categorie. Non possiamo accontentarci di descrivere, dobbiamo sforzarci di spiegare.
La seconda raccomandazione è quella di non ridurre la complessa casistica della violenza sportiva alla violenza calcistica, o meglio alle sole dinamiche di aggressività e conflitto fra tifoserie. La sproporzione esistente, soprattutto in Italia, fra l’attenzione dedicata a questo aspetto e la violenza latente in mille altre esperienze sportive, si riflette anche nel nostro lavoro. Inevitabilmente useremo soprattutto il calcio e la subcultura delle curve come una sorta di studio del caso. Con la consapevolezza, però, che bisogna evitare di confondere l’allarme sociale che accompagna spesso la rappresentazione giornalistica dell’universo calcistico con l’insieme del fenomeno.
Diversi sono i punti di osservazione proposti in questo dossier. Si esamineranno gli effetti della cosiddetta mediatizzazione della violenza. Poi saranno illustrate le chiavi di lettura con cui la ricerca sociale italiana ha interpretato il fenomeno della violenza sportiva in senso lato. Ancora, saranno passate in rassegna le forme dell’aggressività sportiva (non solo la violenza fisica fra atleti e tifoserie contrapposte, ma anche la violenza simbolica delle evocazioni razzistiche delle curve, del maschilismo bellicista, del bullismo xenofobo). Infine, ci soffermeremo sulla possibilità di una strategia educativa fondata su un’idea pedagogicamente alternativa non solo di sport, ma di cultura del movimento.
Sommario:
- SPORT E VIOLENZA
Primitivi di buone maniere
Il legame c'è. Ma si può leggere in molti modi. Il fatto è che lo sport moderno nasce per controllare la violenza ma non ci riesce. Nonostante regole e tabù, la violenza riemerge. E in forme sempre più spettacolari. Qualche stimolante chiave di lettura.Nicola Porro - GLI ULTRAS
Alé Ultrà
Il movimento ultrà è un'invenzione. Ma anche un inquietante fenomeno sociale. Che confina con la violenza. Di difesa. Ma anche di identità. Storia e dinamiche di una realtà coccolata e temuta.Teresa Tozzi - VIOLENZA NEGLI STADI
Centomila gladiatori
Come il tifo da manifestazione virile di passione si trasforma in violenza organizzata. Nella quale non contano più né il calcio né la partita. Ma solo lo scontro. Cronaca di una degenerazione annunciata.Eros Cosentino, Dascia Sagoni - ULTRÀ
Ultrà moderni
Il mondo ultrà è dinamico. Si adatta continuamente. Ai linguaggi dei media, soprattutto. Fino a raggiungere una sorprendente unità d'intenti contro la degenerazione del calcio moderno. Le ultime novità di un movimento nascente.Pippo Russo - DISCRIMINAZIONE
Un calcio al razzismo
La repressione non basta. Per ottenere risultati efficaci contro il razzismo occorre la prevenzione. E la creatività. L'esempio di un'originale esperienza di lotta contro la discriminazione. Con il calcio ma non solo.Daniela Conti - EDUCAZIONE SPORTIVA
Il bello della sconfitta
Gli altri sono nemici. La sconfitta è un'umiliazione. Nello sport prevale un solo pensiero. Unico. Ciò che conta è la vittoria. Quali sono i guasti educativi di questa cultura? Ma, soprattutto, è ancora sport?Giulio Bizzaglia
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